Nell’ultima giornata della Rena Summer School si è dato spazio alla riflessione sulla decolonizzazione, reinvenzione ed azione delle Istituzioni grazie agli interventi di Lanisa Kitchiner, National Museum of African Art dello Smithsonian Institute, e Gregorio De Felice, Chief Economist di Intesa Sanpaolo. Largo spazio anche al networking ed alle nuove connessioni durante il workshop interattivo con Riparte il futuro, Trasparency International, Poliferie, Wayouth, ActionAid, Junior Achievement e Tortuga.
Lanisa Kitchiner, responsabile area education del National Museum of African Art, Smithsonian Institute
Un metodo per “decolonizzare un museo” è quello indicato da Nina Simon nella sua pubblicazione http://www.participatorymuseum.org/: una guida pratica per lavorare con la community ed i visitatori per rendere un’istituzione museale più dinamica ed aperta.
Tra le pratiche che si possono adottare per favorire la relazione e l’apertura ci devono essere spazi e modalità di fruizione delle opere più interattivi: esporre opere in bacheca non è una pratica che consente un’interazione.
Bisogna invece implementare pratiche inclusive, di coinvolgimento delle comunità, di storytelling condiviso e partecipato. Infine, è necessario attrezzarsi culturalmente a saper riconoscere gli stereotipi, così come saper attuare piani per disinnescarli.
Il modo migliore per decolonizzare un museo è dare voce agli invisibili, il loro contributo può davvero fare la differenza.
Workshop interattivo
Come reinventare?
Teorie e tecniche di cambiamento a confronto
Le organizzazioni si presentano:
Deborah Sciocco, ActionAid
L’obiettivo di ActionAid è migliorare la qualità della democrazia, agendo su tre livelli: dare strumenti alle comunità, intervenire sulle percezioni e fare advocacy verso le istituzioni per migliori politiche. L’associazione ha un forte radicamento territoriale e sperimenta progetti su singoli ambiti in modo da capire quali sono gli strumenti migliori per promuovere il cambiamento.
Federico Anghelè, Riparte il futuro
“Riparte il futuro” è nata come una campagna indipendente nel 2013 per sensibilizzare sul tema della corruzione e dare l’idea dei costi effettivi sulla vita quotidiana di tutti, con un impatto fondamentale sulla crescita del Paese. Riparte il futuro nasce dal presupposto che se non sono i cittadini stessi ad appropriarsi di strumenti di controllo diffuso, la corruzione non verrà mai eradicata. L’obiettivo è quindi quello di sensibilizzare sempre più i rappresentanti di tutte le forze politiche. Più di 11.000 cittadini hanno partecipato all’iniziativa in occasione dell’ultima campagna elettorale.
Paola Dottor, Transparency International
Transparency International svolge sia un ruolo internazionale sia nazionale, come dimostra la recente campagna “Voci di giustizia”. Il whistleblowing è un tema fondamentale per l’associazione, che punta sugli strumenti di questo tipo, sia nelle istituzioni sia pressi i cittadini. Per esempio, attraverso i patti di integrità che riuniscono stazione appaltante, imprese e un soggetto terzo come Trasparency.
Francesco Armillei, Tortuga
L’idea originaria è quella di riunire ricercatori in campo economico e di convincerli a “sporcarsi le mani” con i temi che riguardano le policy (e non la politica). Attualmente ci sono tre filoni all’interno di Tortuga: vengono commissionate ricerche sia di analisi sia di proposta, si contribuisce al dibattito pubblico con articoli e si promuovono attività di formazione interna sui temi ritenuti più importanti per il futuro del Paese.
Giulia Olivieri, Poliferie
Il nome nasce dall’unione dell’aggettivo “policentrico” con il sostantivo “periferie”. Nonostante abbia solo nove mesi di vita, Poliferie si sta focalizzando su un progetto, EDU, che prevede incontri con diversi relatori da organizzare per i ragazzi nelle periferie. L’obiettivo è di far scattare qualcosa nelle persone che partecipano, che le facciano sentire proiettate verso un orizzonte più ampio, tramite una voglia di conoscenza che porta al di là del confine delle periferie nelle quali si è cresciuti.
Marina d’Ambrosio, Junior Achievement
JA è la più vasta organizzazione al mondo dedicata all’educazione economica e imprenditoriale nelle scuole. In Europa raggiunge tre milioni e mezzo di studenti ogni anno, in Italia ha una sede centrale a Milano e coinvolge 30.000 studenti ogni anno. Il programma più diffuso è “Imprese in azione”, che dal 2015 è stato riconosciuto ufficialmente come forma di alternanza scuola-lavoro. I ragazzi vengono affiancati da professionisti di azienda che si mettono a disposizione come volontari.
Brian Melato, Giorgia Ferraro, Emilio Siciliano, Wayouth
Una realtà che è frutto di un esperimento promosso dal Ministero dell’Istruzione, una community in continua crescita che ha la possibilità di contaminare i temi di cui si occupa. Agendo su diversi livelli e creando percorsi internazionali, rafforza la consapevolezza dei ragazzi che man mano si sono uniti. Opera con la metodologia dell’hackathon, dando vita a gruppi eterogenei di lavoro e mettendo al centro gli studenti e le loro competenze.
Dopo la presentazione delle singole esperienze, i partecipanti della Summer School si sono suddivisi in gruppi scegliendo con quale degli speaker approfondire i temi di maggior interesse. Dopo questi giorni intensi con un programma predefinito, la sfida per i nostri studenti è dunque quella di scegliere chi ascoltare e quale contributo personale apportare al dibattito.
Per concludere, l’intervento di:
Gregorio De Felice, Chief Economist Intesa Sanpaolo
“Spesso in economia si dice “Meglio non intervenire, il mercato fa da solo” o “Il mercato fa meglio di quanto facciano le Istituzioni”. Io non credo sia così, perchè le Istituzioni sono in grado di influire fortemente sul nostro futuro e sulle nostre prospettive di crescita”: l’intervento di Gregorio De Felice, Chief Economist di Intesa Sanpaolo, è dedicato ad una riflessione sulle Istituzioni e l’economia e sulle discontinuità economiche, rispetto al passato, che stiamo vivendo negli ultimi anni.
E dopo cinque giorni di lezioni, divertimento e pensiero collettivo, la Rena Summer School 2018 si conclude a Matera, anche quest’anno con la promessa di rivedersi nel 2019 in questa splendida città, prossima Capitale Europea della Cultura.