Nella Summer School del 2017 RENA ha voluto provare a “Governare il Caos”, cercando di comprendere i punti fermi dai quali cominciare a decifrare la realtà, sempre più complessa e veloce. Una bussola per districarsi tra contraddizioni, le paure, e le difficoltà del mondo di oggi. Da qui, RENA riparte nel 2018 con l’ottava edizione del suo appuntamento estivo. Il tema di quest’anno è frutto della riflessione portata avanti nell’edizione precedente. Uno degli elementi imprescindibili per provare a governare il caos sono le istituzioni, sempre più in crisi. E dunque, quest’anno, RENA vuole reinventare le istituzioni.
Si parte da una domanda imprescindibile: cosa sono le istituzioni? Ci pensa dapprima Lorenzo Casini (IMT Lucca) a offrire una risposta, parlandoci di regole e decisioni globali. Si prosegue con Francesco Clementi (Università degli Studi di Perugia) che declina il tema nel livello nazionale, raccontando le occasioni mancate per una rigenerazione del sistema politico-istituzionale italiano.
Alessia Damonte (Università degli Studi di Milano) ci offre invece degli spunti su come cambiare le istituzioni.
Si ritorna ad una alternanza globale-nazionale con Alessandro Aresu (Limes) e Lorenzo Castellani (Luiss Guido Carli) che riflettono sullo Stato nell’era della globalizzazione. Lorenzo Pregliasco (Youtrend) prosegue ragionando sull’Italia del 2018, tra opinione pubblica e istituzioni.
Primo panel: Un potere globale. Istituzioni, regole e decisioni oltre lo Stato. Lorenzo Casini (IMT Lucca)
La presentazione di Lorenzo Casini racconta la varietà delle istituzioni oltre la dimensione statale. Dalle organizzazioni internazionali tradizionali ai network globali, fino alle organizzazioni ibride pubblico/private che svolgono attività di interesse pubblico. Come nascono, come si evolvono, quali il loro potenziale e le loro criticità.
Secondo panel: Non basta dire no. Il sistema politico-istituzionale italiano tra occasioni mancate e speranza tradite. Francesco Clementi (Università degli Studi di Perugia)
Le istituzioni nascono sulla fiducia, prima ancora che sulle regole. Se l’Italia è un giovane stato-nazione e una democrazia recente, come è possibile che la forza intrinseca del suo testo costituzionale si sia già spenta?
C’è da dire che il testo costituzionale presenta delle ambiguità: dalla figura del Presidente della Repubblica come reggente di uno stato in – perenne – crisi, al bicameralismo perfetto che impone una doppia fiducia al governo, fino al processo storico “a tappe” dell’applicazione del testo costituzionale.
Le storture di questo disegno sono da imputare a fattori extra-giuridici: alcuni passaggi-chiave del processo costituzionale sono stati infelicemente viziati da personalizzazione e veti reciproci. Se il Paese vuole rispondere ai problemi del presente, le sue istituzioni devono essere riformate sotto la lente del progresso e della crescita comune, e un nuovo dibattito costituzionale non può nuovamente trovarsi ostaggio di parcellizzazione ed ipocrisie. Il Paese così, non riuscirebbe a cambiare.
Terzo panel: Le istituzioni: cosa sono, a cosa servono, quando falliscono, come si cambiano. Alessia Damonte (Università degli Studi di Milano)
E dunque come si genera il cambiamento? Prosegue la riflessione Alessia Damone, illustrando cosa la letteratura esistente sui mezzi per generare massa critica e cambiare le regole sociali attraverso la mobilitazione di comunità e costruzione di coalizioni. In questo quadro, le istituzioni hanno delle architetture complesse e pertanto difficili da cambiare. Necessitano però di continua manutenzione: non esistono norme che durano nel tempo senza essere costantemente sfidate ed adattate alla realtà. Se le istituzioni non rispondono più alla realtà e non riescono ad adattarvisi, falliscono.
Certamente, in un modello di cambiamento ha un peso non indifferente la crisi di una cultura condivisa. Da questa crisi nasce la necessità/possibilità di re-inventare le istituzioni. E’ però fondamentale che cultura condivisa non voglia dire omogeneità culturale.
Quarto panel: lo stato nell’era della globalizzazione: crisi o trasformazione? Alessandro Aresu (Limes) e Lorenzo Castellani (Luiss Guido Carli).
I due speaker evidenziano la contraddizione tra il sistema di potere in Italia e la membership del Paese a livello di Unione Europea. Nell’elaborare la contraddizione, non si può non approfondire il tempo della relazione – e del contrasto – tra l’Europa degli stati-nazione e il ruolo giocato dalle istituzioni europee ed internazionali.
In questo quadro, qual è il futuro dello stato? E come questo si lega al futuro dell’Unione Europea?
Quinto panel: una nuova Italia: il nostro Paese nel 2018, fra opinione pubblica e istituzioni. Lorenzo Pregliasco (Youtrend)
Lorenzo Pregliasco avvia una riflessione sull’Italia di oggi. Com’è cambiata? Quali sono le trasformazioni più importanti? Quali i fattori determinanti di queste trasformazioni?
L’analisi del voto del marzo 2018 fotografa un Paesi diviso politicamente, geograficamente, socialmente.
Closure: ILDA CURTI, Reinventare il nemico
La prima giornata si conclude nella calma del cortile delle Monacelle. Ospite Ilda Curti, storica ospite e amica di RENA ed ex Assessore della Giunta Comunale che ha seguito numerosi progetti in numerosi ambiti dalla periferie, all’integrazione, alla riqualificazione dello spazio pubblico ed ha sempre “pensato che la politica fosse un modo di guardare il mondo e di mettersi al servizio”
Ilda ci ha accompagnato in un viaggio di costruzione e decostruzione del nemico mentre si approfondiva il concetto di identità.
Identità e comunità, due parole che nella nostra lingua hanno la medesima forma sia al singolare che al plurale ma che rappresentano storie diverse.
Ne è emersa l’urgenza di recuperare il senso della parzialità e del frammento per ricostruire il mondo senza che l’identità diventi ossessione abbandonando la retorica e coltivando l’attivismo culturale.