Riportiamo il contributo di Elena Mazza e Gianluca Sgueo – partecipanti alla Summer School – pubblicato oggi su SINTESI con il titolo “I sassi vivi di Matera”.
Disoccupazione, illegalità, clientelismo… questo, purtroppo, è ciò che sovente si associa al Sud Italia. Per fortuna però esistono delle associazioni, come quella di Rena (Rete per l’Eccellenza Nazionale), che non si lasciano intimidire da questi luoghi comuni.
Il progetto “Buon Governo e Cittadinanza Responsabile” è una fucina di idee e confronto che si pone un obiettivo: la realizzazione di una piattaforma 2.0 da lasciare in dono alla cittadinanza di Matera, teatro di questa iniziativa. Un luogo di incontro virtuale che agevoli il confronto tra cittadini e pubblica amministrazione, nonché l’esercizio del diritto di cittadinanza responsabile.
Rena propone una riflessione sul “ritorno alle origini”, ai sassi materani: un tempo simbolo di vergogna e riscatto; oggi di crescita, di cambiamento, di orgo¬glio. Le menti del progetto sono trenta giovani cittadini, attivi in settori diversi – ci sono comunicatori, amministratori pubblici, ricercatori universitari, studenti, creativi, ingegneri urbani. Insomma, una bella miscela per far sì che si alzi una voce di fiducia, che si parli di ritorno e non solo di fuga dal nostro Paese, soprattutto, dal Sud.
Come? Ci sono tanti modi. I giovani, ovviamente, sono i protagonisti. Un esempio è quello di Bollenti Spiriti, il programma della Regione Puglia per le Politiche Giovanili, centrato sulla visione dei giovani come risorsa e sulla volontà di facilitar loro la partecipazione alla vita della comunità, ad esempio con il conferimento di borse di studio.
Oppure c’è lo spunto di Gregorio Arena, Presidente di Labsus, il Laboratorio per la Sussidiarietà. Proprio la sussidiarietà orizzontale, un principio costituzionale di recente acquisizione (art 118 comma 4), riconosce ai cittadini la capacità di attivarsi autonomamente grazie al supporto delle strutture offerte dalla pubblica amministrazione. La proposta di Arena è quella di promuovere una politica che inviti i cittadini a “ricomprarsi” l’Italia attraverso il sostegno raccolto mediante crowdfunding. L’idea è quella di far percepire alla cittadinanza l’emergenza legata all’entità del debito pubblico e d’incoraggiarla ad agire affinché il futuro di tutti non risulti già “venduto” a qualcun altro.
Il procedimento è semplice, proprio come nel caso delle grandi catastrofi: l’invio di un sms, per consentire a chiunque di dare il suo contributo. Punto fondamentale sarebbe poi l’intervento delle fondazioni e delle comunità, che verrebbero coinvolte per agire da “moltiplicatori” del capitale versato dai cittadini. Un bene pubblico come quello in questione, benché intangibile e immateriale, è da salvaguardare attraverso la collaborazione – istituzionalizzata tramite il principio di sussidiarietà – e promossa con iniziative come questa.
È ovvio che da qui alla realizzazione concreta dei progetti, ne passa di strada. Sono proprio gli autori di queste proposte a rendersene conto meglio degli altri. Vivono la tensione tra l’idea e la sua attuazione concreta, attraverso lunghe sessioni di brainstorming, durante le quali si vagliano le diverse proposte, si mettono in discussione, si migliorano… fino ad arrivare alla versione conclusiva. Un vero e proprio laboratorio di democrazia partecipativa.
A questo punto la sfida, anzi le sfide, sono aperte. La prima, che poi è il vero nodo della democrazia partecipativa, è l’arrivare a prendere una decisione. La seconda è l’individuazione di soluzioni realmente innovative. Il prodotto finale dovrà traghettare Matera verso la selezione della città europea per la Cultura 2019 e la competizione si preannuncia serrata.
Finora si è puntato molto sull’innovazione tecnologica, pensando per esempio alla realizzazione di un’applicazione per gli smartphones o alla creazione di un sito che viva del contributo dei privati cittadini. La terza sfida è quella della sostenibilità, sia economica (ed è tutto sommato il problema minore) sia soprattutto “temporale”. Non basta realizzare un prodotto innovativo e competitivo: deve essere un qualcosa di funzionale oltre l’entusiasmo del momento. Questo significa pensare a quello che c’è oggi, guardando oltre; al 2019 tanto per cominciare.
di Elena Mazza e Gianluca Sgueo