Come ogni anno (quasi) in contemporanea con la SummerSchool di Rena si tiene a RUralHub a Calvanico nel parco dei Monti Picentini nei pressi di Salerno la Societing Summer School.
Pioniere della Social Innovation il gruppo di ricerca sul Societing organizza ogni anno dei workshop serrati in modalità di co-living con giornate intense fatte di 24/24 ore di vita e lavoro insieme.
Il tema di quest’anno può sembrare ostico ma sarà cruciale per la futura autodeterminazione delle comunità (non solo locali) e per la social innovation in generale: Si tratta della BlockChain.
I cugini di Societing e RuralHub cercano smanettoni, nerds, hacker, persone capaci di pensare out of the box per un laboratorio intenso focalizzato sulle possibilità di sviluppare soluzioni tecniche ed organizzative per la rural social innovation a partire dalla blochchain.
Per questo a tutti coloro che non sono stati selezionati alla Rena Summer School e per tutti i i Soci RENA è previsto il 50% di Sconto per la partecipazione.
Qui tutte le info : http://www.ruralhub.it/2015/08/06/societing-summer-school-2015/
Ripetiamo, il tema sembra ostico ma non lo è. Pensate a come sarebbe utile se invece di passare attraverso la banca si potesse accendere un mutuo autonomamente, usando un software che automaticamente raccoglie finanziamenti prelevando, ogni mese, i soldi dal proprio conto in banca per poi redistribuirli fra i creditori; dovrebbe essere un pezzo di software che, assieme a una serie di altre operazioni come verificare gli eventuali mancati pagamenti, fosse in grado di compiere tutte queste attività in totale autonomia chiedendo il consenso pubblico di tutti gli operatori coinvolti circa l’autenticità del contratto: non è un’utopia perché questi pezzi di software esistono e si chiamano Smart Contract (contratti intelligenti), contratti che si eseguono da sé, e sono l’ultima applicazione della tecnologia Blockchain.
In questo momento è in corso un boom di start-up legate alla tecnologia Blockchain
Chi conosce Blockchain è perché probabilmente conosce già Bitcoin, ossia la moneta alternativa che ha avuto grande successo negli ultimi anni. Bitcoin è stato la “proof of work” di Blockchain, la prova che la tecnologia funziona e può supportare applicazioni complesse. Di per sé Bitcoin non ha avuto grandi effetti sui sistemi economici e politici esistenti, ma Blockchain ha delle potenzialità molto più radicali.
Blockchain è essenzialmente un registro pubblico e sta a indicare una “catena di blocchi”: tutti gli utenti di una particolare catena “possiedono” un blocco, in cui sono registrate tutte le transazioni dell’intera successione. In questo modo, ogni transazione può essere verificata in relazione a tutti i blocchi della catena e ogni anomalia, come ad esempio un utente che cerca di far valere delle transazioni che gli altri non riconoscono, diventa facilmente riconoscibile.
Combinando questa visibilità pubblica con intelligenti soluzioni criptografiche si ottiene un sistema che è in grado di garantire l’autenticità delle operazioni senza dover ricorrere a un’autorità centrale: tutto ciò rende automatiche una serie di funzioni che finora hanno richiesto, in ultima istanza, la firma di un operatore in carne e ossa, come per il trasferimento di denaro, l’emissione di strumenti finanziari, la registrazione di proprietà e funzioni notarili di ogni tipo.
In questo momento è in corso un boom di start-up legate alla tecnologia Blockchain: Mark Andreessen, fondatore del venture capital firm a16z, sostiene che il potenziale è grande quanto quello di internet durante gli anni Novanta.
Ma è possibile se la Tecnologia Blockchain possa essere utile anche all’autodeterminazione delle comunità locali?
Noi pensiamo di si. O quanto meno abbiamo cominciato a sperimentare con il progetto “Iperconnessioni Rurali” che rappresenta il primo tentativo di applicare il quadro concettuale elaborato da Ubiquitous Commons sui contesti rurali. Ci siamo concentrati a pensare modi d’utilizzo accessibili, utilizzabili e senza discriminazioni per persone, comunità, organizzazioni e istituzioni. Riteniamo utile la condivisione quotidiana di conoscenze, relazioni e processi in un ambiente P2P nel rispetto delle loro volontà, desideri e aspettative.
Come indicato nel Manifesto for the Rural Social Innovation http://www.ruralhub.it/manifesto-rural-social-innovation/ , “l’accento viene ora posto sul dominio digitale in quanto abilitatore di innovazione sociale; Per generare innovazione ciascun soggetto, sia economico che istituzionale, deve soddisfare le esigenze del proprio tempo e territorio, rappresentando così una istanza di cambiamento”.
Oggi possiamo concepire nuovi tipi di economie rurali orientate al Societing. Siamo in grado di concepire una Rural Social Innovation che, utilizzando strumenti e metodologie legate digital Storytelling, al Networking ed alla Etnografia digitale sia in grado di riappropriarsi dei processi legati al sistema di produzione alimentare, riorganizzandoli in un quadro comunitario. Una cornice che può contribuire a generare nuovi modelli, finalmente facendosi carico del sistema “People – Planet – Profit”, e sostenere iniziative che potrebbero combinare esigenze ambientali, sostenibilità economica e responsabilità sociale.
Rural Social Innovation delinea la possibilità di un cambiamento radicale, sia culturale che di prospettiva: da un tempo lineare (Chronos) possiamo passare a una dimensione in cui il tempo diventa una scelta (Kairos). In questo movimento di riappropriazione del tempo, #smartrurality diventa una categoria fondamentale per ripensare il presente, portare i nostri ricordi del passato nella contemporaneità e progettare un nuovo Bene Comune: un ecosistema iperlocale di alta qualità in cui i rapporti di vicinanza fisica possano coesistere con nuove forme di condivisione e di responsabilità sociale, realizzate per via translocale, peer to peer, e ambienti relazionali legati al network.
Pensateci avrete la possibilità di alavorare in un team con un pool di visionari come Alex Giordano, Adam Ardvisson, Salvatore Iaconesi, Oriana Persico, Raffaele Mauro e Giampaolo Capisani quest’anno diretti da Arlyn Culwick ricercatore indipendente in signaction e un membro del nucleo The Blocknet.