Se “(In)formiamoci” fosse solo un momento di incontro tra studenti prossimi alla maturità e un gruppo di giovani professionisti che vogliono condividere con loro i percorsi e le difficoltà affrontate dopo gli studi sarebbe già un progetto rivoluzionario.
Sì, perché in Italia, quando hai diciotto anni, raramente ricevi indicazioni chiare su cosa succede “dopo”. Dopo la maturità. Dopo l’università. Se sei fortunato, ti presentano un ventaglio di corsi universitari tra i quali scegliere “quello più adatto a te in base dei tuoi interessi e alle tue inclinazioni”.
Troppo vago.
Intendiamoci, un approccio simile non è totalmente sbagliato. Più semplicemente, si tratta di un approccio parziale per un semplice motivo: confonde il mezzo con il fine. Scegliere la facoltà universitaria sperando di ottenerne una qualifica con la quale proporsi sul mercato del lavoro equivale a guardare il dito mentre questo indica la luna.
Elaboriamo.
Uno studente che decide di proseguire gli studi (decisione che, a mio avviso, non dovrebbe essere scontata) dovrebbe avere ben chiaro in mente che la scelta del corso universitario non è il fine del suo percorso formativo ma è il mezzo che lo porterà ad abbozzare il suo percorso professionale. Per prima cosa occorre quindi spronare il giovane a chiedersi qual è il fine che vuole raggiungere ed accertarsi che sappia cosa esso comporta.
Facciamo qualche esempio.
Rimanendo sulle professioni “tradizionali”: che cosa scopro, per esempio, della professione di ingegnere seguendo una lezione di Fisica I? Oppure: posso io – studente scoprire quali sono i ritmi di lavoro e gli impegni quotidiani di un medico o di un avvocato, semplicemente partecipando alla presentazione delle facoltà di Medicina o di Giurisprudenza? Come si conciliano questi ritmi con le priorità della sfera privata?
E se invece volessi diventare uno scrittore? Un cronista sportivo? Un editore? E se volessi mettere su un’impresa o gestire un negozio? Cosa dovrei fare? E se, infine, sentissi la vocazione della difesa dell’ambiente o dei diritti umani, potrei vivere di questo?
Cosa dire poi di tutto quel vasto universo di nuove professioni che nascono ogni giorno e che, con tutta la buona volontà del caso, il mondo scolastico e universitario non possono conoscere perché sono professioni per natura itineranti e in continua evoluzione (per esempio tutto il mondo informatico, multimediale, dei social network etc.)?
Tutte domande lecite che però quasi sempre, quando hai diciotto anni, rimangono senza risposta. E in un mondo – e in un Paese – cha ha di fronte sfide sempre più complesse non possiamo permetterci che i nostri giovani sprechino tempo ed energie a cercare da soli le risposte.
Appare quindi evidente che l’unico modo per colmare il gap tra le nuove generazioni e il nuovo mondo del lavoro è quello di metterli in comunicazione e questo è senza dubbio uno degli scopi di (In)formiamoci. Ma – attenzione – non è l’unico né tantomeno il più importante.
L’obiettivo principale di (In)formiamoci(e di tutti gli arenauti che dedicano parte del proprio tempo libero a questo progetto) è trasmettere ai giovani un messaggio molto più ampio. Il messaggio che vogliamo lanciare con la nostra iniziativa è questo:
“Sappiamo come ti senti, sappiamo quanti dubbi hai in merito alla strada da intraprendere. Noi siamo qui per dirti di non temere, ci siamo passati anche noi e siamo qui per parlarne con te e per condividere con te quello che abbiamo imparato finora per darti la possibilità di trarne vantaggio, come farebbero dei fratelli e sorelle maggiori.
Quello che vogliamo dirti è questo:
Ricorda, non esiste il lavoro più prestigioso e quello meno prestigioso. Non esiste un lavoro sicuro, esiste solo la tua vita e il modo in cui decidi di viverla. Sii aperto e abbi fiducia nelle tue capacità. Quello che ti presentiamo attraverso le nostre esperienze è solo uno scorcio del mondo del lavoro che di troverai di fronte. Oggi più che mai questo mondo è vario e pieno di opportunità. E’ anche un mondo in cui la vera differenza la fanno qualità e merito. Non credere a chi ti dice il contrario. Ci sono solo due tipi di lavoro: quello fatto bene, con passione e serietà e quello fatto male, con sufficienza e mediocrità. Tra il commesso viaggiatore e l’avvocato, tra la mamma a tempo pieno e la donna in carriera, non ci sono differenze se non l’impegno della persona che lo fa. In ogni campo, in ogni settore, ad ogni livello. Ricorda, puoi fare tutto, l’importante è che tu lo faccia con impegno, passione e responsabilità.
Certo, questo non vuol dire che la strada sarà facile, anzi. Le difficoltà non mancheranno perché, oggi più che mai, in ogni settore la concorrenza è tanta. A volte dovrai scontrarti con pratiche scorrette come il clientelismo o le raccomandazioni, forse sarai anche tentato di approfittarne. Noi siamo qui per dirti di non farlo. Non ne vale la pena e, soprattutto, ricorda: esiste un’alternativa valida: la trasparenza. Noi siamo qui per dirti che l’impegno senza scorciatoie alla fine premia. Abbi coraggio. Non temere. Tutti noi abbiamo avuto, e avremo ancora, momenti difficili, momenti di disoccupazione o di lavori lontani dalle nostre aspettative. Capita a tutti. L’importante è non mollare, avere un obiettivo, perseguirlo, rimanendo aperti al mondo e alle opportunità. Nulla è più prezioso della propria liberà e del fatto di conservare la propria indipendenza non dovendo niente a nessuno se non a te stesso.
Ogni lavoro è dignitoso, come dignitosa è ogni scelta professionale se fatta in coerenza ed equilibrio con se stessi. Quindi, non sprecare il tuo tempo immettendoti su una strada che non senti tua. Non cercare un lavoro che sia solo “sicuro”. Si, perché di lavori ne esistono molti tipi, molti più che in passato, ma nel mercato del lavoro moderno la sicurezza sei tu, la tua professionalità non il contratto del tuo datore di lavoro. Punta a fare quello per cui senti di avere una marcia in più, scopri il tuo talento innato. Fai qualcosa che ti costa pochi compromessi ma rispettando le tue priorità della vita privata. Fa qualcosa che ti stimoli. Ti darà energia e imparerai molto. E se poi un giorno dovessi capire che non è il lavoro giusto per te non aver paura, non è la fine del mondo, fai tesoro di quello che hai imparato e inizia a percorrere la nuova strada.
Questo è (In)formiamoci: trasmette il messaggio che attraverso la valorizzazione di ciascun individuo, un’Italia migliore è possibile. Il progetto ispira i ragazzi e li invita ad abbracciare questi valori: APERTURA, RESPONSABILITA’, TRASPARENZA, EQUILIBRIO .
Non è utopia. E’ un progetto di vita.