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Al lavoro. Così RENA ha passato questi ultimi mesi. Lo leggerete nel seguito di questa newsletter, ma è bene evidenziare quante energie gli arenauti stanno mettendo in RENA, e quanta energia RENA è capace di trasmettere, pur con i suoi mezzi ridotti, al nostro Paese.
Mettiamo in fila qualche pezzo del lavoro fatto dentro e fuori l’associazione: un bell’approfondimento sul tema del futuro della rappresentanza del lavoro, con rappresentanti di sindacati, industriali e artigiani; la chiusura della fase progettuale di co/Auletta, un lavoro difficile e stimolante, che ha fatto brillare il talento di molti arenauti; una Summer School (Matera, 2-8 settembre) che ha ricevuto candidature cinque volte più numerose dei posti disponibili, e che abbiamo saputo realizzare con un quarto del budget dello scorso anno; il rilancio di Free as the web e del Dato è Tratto (con una tavola rotonda sul factchecking a Roma il 15 settembre), la messa a punto dei prossimi appuntamenti di (in)formiamoci. E ancora partnership sempre più strette con i nostri compagni di viaggio – CNA, Lo Spazio della Politica, the Hub, la città di Matera…; un riordino faticoso ma accurato della rete degli arenauti, con tanti nuovi ingressi e alcune uscite di membri inattivi, e il potenziamento delle antenne locali; iniziative innovative sulla rete, come il primo esperimento di crowdfunding e i fortunati bombardamenti di pensiero dei nostri tweetstorming.
Perché è utile ricordarsi tutto questo? Per due ragioni, collegate tra loro.
La prima riguarda quello che siamo. Ce lo siamo detti mille volte: RENA è una cosa strana, ve ne accorgete ogni volta che dovete raccontarla a un amico. Non siamo un think tank che fa opinione sui temi caldi del dibattito politico. Meglio di noi lo fanno altri attori, perché più ricchi, o perché più influenti. E non siamo una semplice associazione di cittadini volenterosi.
Oggi più che mai, guardando tutto il lavoro che abbiamo messo in fila, mi è chiaro cosa ci rende unici. Noi stiamo diventando l’esperimento più innovativo in Italia di volontariato politico.
In che senso: siamo volontari che, invece di impegnare il loro tempo e le loro risorse per fare il bene di persone in difficoltà, impegnano le sere ed i weekend per aiutare un Paese, una democrazia, a modernizzarsi e a superare le difficoltà che lo affliggono.
Lo facciamo con la stressa concretezza con cui un’associazione di volontari costruirebbe un pozzo in un villaggio senz’acqua: RENA non è (tanto) dibattito e opinione, ma ideazione, perfezionamento ed esecuzione. È così che, per noi, si cura la democrazia, si nutre l’innovazione, si valorizza il talento.
Quello che abbiamo in mano è uno strumento potente, ma delicato. E qui veniamo alla seconda ragione per ricordarsi tutto il lavoro di questi mesi. Ed è una ragione che riguarda quello che ciascuno di noi fa dentro RENA. RENA è una macchina performante, ma sta in piedi, quasi per miracolo, solo grazie al contributo di ciascuno di noi.
Se, come arenauti, non siete stati protagonisti di qualcuno dei pezzi di vita associativa che ho accennato sopra, allora dovete farvi una domanda. Anzi, saltate la domanda, e passate subito alla risposta. RENA aspetta il vostro contributo.
Al lavoro.

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