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In Inghilterra una domanda sembra animare il dibattito politico: troppi giovani nei posti che contano?
Aspettando il giorno in cui anche in Italia la questione si porrà, vi proponiamo un editoriale pubblicato sull’ultimo numero del settimanale The Economist, che fotografa la effettiva presenza di giovani (ventenni e trentenni) in ruoli chiave della politica inglese e ragiona sull’opportunità che in tempi “seri” come quelli presenti, in tempi di crisi, certi posti non siano piuttosto occupati da “statisti maturi”. Questa la conclusione:
Still, lack of personal experience does not disqualify someone from holding valid opinions, if curiosity and hard work compensate. And the young plainly have no monopoly on gross misjudgment. Probably the triumph of youth is less a worry than a startling and contradictory oddity. The thrust of political discourse is that serious times call for mature statesmen. Superannuation, rather than sprightliness, is ostensibly in vogue. But, contrary to Mr Brown’s famous dictum, beneath the rhetoric and behind the scenes, it is indeed time for a novice.

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