Il 13 e 14 novembre una dozzina di deputati di diversi schieramenti e una quarantina di giovani professionisti attivi nel mondo dell’associazionismo e interessati al miglioramento della cosa pubblica – tra cui diversi arenauti – si ritroveranno a Bertinoro (in provincia di Cesena-Forlì) per scambiare idee e discutere di possibili progetti e iniziative per l’Italia. Capitalizzando su quello che ciascuno di loro ha già fatto, o sta provando a fare, di buono e innovativo. E soprattutto, incontrandosi senza loghi e casacche.
Abbiamo intervistato Sandro Gozi, deputato del PD e tra i promotori dell’iniziativa, per provare a capirne di più.
Montiamoci la testa. Perché questo nome?
Ci piaceva il gioco di parole. Quante volte ciascuno di noi ha sentito dire di qualcuno che “si è montato la testa”? Noi volevamo dare a questa espressione una valenza positiva: ci prendiamo la testa, ce la rimettiamo sul collo, la avvitiamo, e torniamo a ragionare. Tutto questo perché abbiamo l’impressione che in Italia si pensi sempre di meno. Non riteniamo di avere chissà quali idee geniali o rivoluzionarie. Ma sicuramente abbiamo molto buon senso e voglia di mantenere uno spirito critico e costruttivo. Ci interessa discutere e provare ad affrontare insieme i piccoli e grandi problemi del Paese.
Come è nata l’iniziativa?
Da una chiacchierata che ho fatto con il presidente di RENA Alessandro Fusacchia. Che dieci minuti dopo si era già allargata a tanti altri: da un lato miei colleghi deputati; dall’altro associazioni e think tank attivi sul fronte delle politiche pubbliche, come Lo Spazio della Politica o Vision. Vorrei comunque che fosse chiara una cosa: né io né Fusacchia siamo interessati a chi ha fatto partire questa cosa. Ci interessa chi avrà voglia di portarla avanti. Chi ci sarà durante e dopo, non chi c’era all’inizio. È in quest’ottica che l’abbiamo presentata a tutti gli altri. “Montiamoci la testa” è di chi si spenderà di più, e con le migliori idee, a Bertinoro. E di chi, dal giorno dopo, ci vedrà un’occasione utile per portare avanti con più forza le proprie idee e i propri progetti di cambiamento per il Paese.
Politica e società civile che per una volta si incontrano davvero?
Forse anche un passo oltre. All’inizio l’idea era quella: far incontrare la politica con la società civile, e fare in modo che per una volta tutti, a partire dai politici, arrivassero per ascoltare oltre che per parlare. Poi ci siamo resi conto che anche questa divisione era obsoleta. Il messaggio che vogliamo far passare è che a Bertinoro ci saranno solo cittadini impegnati al miglioramento del Paese. Alcuni lo fanno da dentro il Parlamento, altri da fuori. Ma tutti lo fanno in ragione della stessa passione civile.
Come sono stati scelti i partecipanti a Bertinoro? I nomi si possono sapere o è tutto segreto?
Macché segreto! I nomi e i profili sono tutti sul sito www.montiamocilatesta.it. Ci stiamo ancora lavorando in queste ore, ma è gia online. I partecipanti non sono stati scelti, si sono “autoscelti”. Abbiamo fatto il passaparola. Tra tanti deputati, e tra tante associazioni. Quelli con le antenne dritte ci hanno subito detto sì. Abbiamo scelto i più ricettivi, fino al limite di capienza e disponibilità di posti che avevamo a Bertinoro. Tra i deputati hanno aderito Elena Centemero (PDL), Anna Paola Concia (PD), Benedetto Della Vedova (FLI), Nicola Formichella (PDL), Federica Mogherini (PD), Chiara Moroni (FLI), Gianluca Pini (LN), Roberto Rao (UDC), Fausto Recchia (PD), Andrea Sarubbi (PD), e Jean Leonard Touadi (PD).
Ma come faranno a mettersi d’accordo deputati di schieramenti diversi e così tante realtà associative?
Non devono mica tirare fuori un programma di governo! Il programma da fare è di… società! Su molte questioni importanti non esistono destra e sinistra. Esiste chi crede nella necessità di fare dell’Italia un Paese moderno, al passo coi tempi; e chi vuole mantenerla in uno stato di arretratezza, economica, sociale e civile. La vera sfida è fare in modo che tutti coloro che appartengono al primo gruppo uniscano le forze. Anche perché quelli del secondo gruppo sono già uniti, da decenni.
E volete cambiare l’Italia con 50 persone e un fine settimana?
Vogliamo “montarci la testa”, ma sappiamo anche stare ben ancorati con i piedi per terra. Certo che non pensiamo di cambiare l’Italia in un weekend! Ma siamo sicuri che in questo momento sia importante gettare tanti sassolini nell’ingranaggio, nel sistema. E che sia importante testimoniare, nel senso più genuino del termine. È finito il tempo del lamento. È servito, è stato importante, ma adesso dobbiamo fare la pars costruens. Dobbiamo cominciare ad immaginarci il futuro che vorremmo, e lavorare perché non resti solo un pensiero, o un pezzo di carta.
Sì, ma sempre e solo in 50?
Non volevamo un evento di massa. Ci interessa fare in modo che a Bertinoro il confronto sia reale, e che lo sia tra tutti i partecipanti. In un evento con 500 persone avremmo avuto quattro o cinque sul palco e gli altri a sentire passivamente. A Bertinoro non ci saranno spettatori. Non ci saranno partecipanti di serie B. Abbiamo pensato a qualcosa di simile ad un blog vivente, in cui ciascuno vale per quello che ha a dire e per chi, degli altri, riesce a convincere. I deputati e gli altri saranno tutti sullo stesso livello, come è giusto che sia. Non ci saranno etichette ma solo voglia di contaminarsi.
Contaminarsi?
Tutti i partecipanti alla due giorni sono già particolarmente attivi con progetti e iniziative loro, e arriveranno a Bertinoro con questo bagaglio. Ognuno porterà le sue idee più fresche e recenti, ma parlerà anche dei progetti più strutturati e avviati che sta già portando avanti da tempo, con l’intenzione di chiedere sostegno e fare rete.
Concretamente che succederà?
Mi immagino due dinamiche: su alcune idee nuove, se si creerà un po’ di massa critica, potremo pensare di portarle avanti dal giorno dopo, magari come “Montiamoci la testa”, come rete dei “chi ci sta” e senza però appesantire l’esercizio creando un’altra associazione. Su altri progetti nati prima di “Montiamoci la testa” e portati da alcuni dei partecipanti, Bertinoro servirà per sviluppare sinergie. Insomma, vogliamo che sia un’occasione di contaminazione in cui per una volta il virus che si diffonde è un virus positivo – quello di chi vuole un cambiamento che vada in quella direzione che RENA ha già indicato il 5 novembre a Torino, di un’Italia aperta, responsabile, trasparente e meritocratica.
(Foto Torre Civica – Bertinoro (FC) di pixeldreher)