Chi é e di cosa si occupa?
Faccio il giornalista, mi occupo di politica ed economia, dopo aver lavorato al riformista e al corriere della sera ho cofondato Linkiesta.it, che ho diretto dalla nascita fino al febbraio 2013
Che cosa l’ha appassionata del progetto Pionieri?
Mi appassiona sempre che in questo paese ci sia chi non si arrende e vuole incentivare, concretamente, il coraggio e il rischio di fare cose nuove
Che cosa significa per lei esseri Pionieri oggi?
Significa cercare le frontiere inesplorate e innovative ogni giorno, nel nostro quotidiano. In Italia, strano e triste, le frontiere sono spesso quelle della legalità, della correttezza, del rischio generoso che bisogna correre. Ma forse la frontiera più importante è quella dell’anticonformismo: non a tutti i costi, ovviamente, ma come limite da varcare per non cadere nella trappola dell’omologazoone
Quali pensa siano i limiti che incontrano oggi i Pionieri nel nostro paese e come è possibile superarli?
I pionieri hanno molti nemici, nelle istituzioni occupate da spiriti conservatori e da un ceto che spesso tramanda a se stesso le chiavi di ingresso. Poi nelle leggi, nelle burocrazia, negli oligopoli. Ma il nemico più grande dei pionieri e là lamentela autoconsolatoria, che permette di arrendersi troppo presto.
Di quale pioniere ha narrato la storia?
Pagella Politica
Che cosa l’ha colpita di più del progetto e come esso contribuisce allo sviluppo delle comunità locali/qualità della democrazia/formazione e talento?
Mi ha colpito molto che, proprio osservando la palude della politica italiana, dei giovani cercassero di informare e comunicare in modo indipendente e innovativo. Cioè, di guardare al massimo simbolo della conservazione casuale con occhio libero e laico. Anzi, dovremmo dire, con occhio amante della democrazia!
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Jacopo Tondelli non sarà presente a “La notte dei Pionieri” , la cerimonia di premiazione del concorso “A caccia di Pionieri”, venerdi’ 3 maggio presso la Triennale di Milano. Il suo racconto sarà letto da un arenauta.