Ho recentemente partecipato al progetto (In)formiamoci e devo dire che le emozioni sprigionate da queste giornate sono state tante.
Innanzitutto scoprire un mondo giovanile per me ormai sconosciuto, i teenager sono ragazzi splendidi, genuini che hanno un assoluto bisogno di confronto, conforto, hanno bisogno che qualcuno li prenda per mano e li aiuti a scoprire se stessi, che li conduca nel “mondo dei grandi”. Con il progetto mi sono sentita utile ai ragazzi, mi sono sentita investita di un ruolo forse più grande di me, mi sono detta: “chi sono io per dare dei consigli?” e soprattutto, “come mai chiedono un parere proprio a me?”. Poi chiacchierando con loro, mi sono accorta che hanno un assoluto bisogno di parlare con qualcuno, qualcuno che non siano i genitori o i loro prof. Nei loro occhi spesso ho visto la paura di non farcela, il timore di fare a 18 anni una scelta definitiva, che potrebbe essere sbagliata e definitiva per tutta la vita. Ho visto ragazzi delusi dal mondo attuale, scoraggiati e convinti spesso che non avranno un futuro decente, che non potranno dare sfogo alle loro passioni. Parlare con loro raccontandogli la mia esperienza e quella di altri ragazzi che, pur tra mille difficoltà, sono riusciti a incidere sulla propria vita e sul proprio futuro, e ridargli speranza, vedere la luce brillare nei loro occhi, da tanta soddisfazione e ti fa capire quanto importante sia il lavoro che Rena sta facendo, quando importante sia (In)formiamoci. E’ un volere rifondare i pilastri della personalità dello studente, accentuando il valore dello studio, dell’impegno, del sacrificio raccontando le esperienze di chi ci è già passato. Il progetto offre, in soldoni un modello molto diverso rispetto a quelli trasmessi dai media italiani. (In)formiamoci per me ha il vantaggio di fare “orientamento valoriale” ad una generazione che è spesso intrisa dalla superficialità, velocità e volgarità.
Vi ringrazio ancora cari amici arenauti per le bellissime esperienze che mi avete fatto vivere!!!
(Stefania Milo)